Con una fuga di notizie senza precedenti, il documento redatto dal giudice Samuel Alito afferma che “la sentenza era terribilmente sbagliata fin dall’inizio”. La Corte riconosce che il documento, riportato fedelmente nell’articolo, è autentico, ma non definitivo. Il possibile ribaltamento della sentenza consentirebbe a 26 stati a maggioranza repubblicana di reintrodurre il divieto di aborto. (Politico)
Mentre la Corte Suprema è pronta a revocare il diritto all’aborto, il 54% degli americani pensa che la sentenza del 1973 dovrebbe essere confermata. Solo il 28% ritiene che debba essere revocata. (The Washington Post)
Dei 37 partecipanti, più della metà sono titolari di conti per centinaia di milioni di dollari in paradisi fiscali come dimostrano i dati di Pandora Papers e Paradise Papers. Almeno 21 di loro, inoltre, hanno conti nelle Isole Vergini britanniche, a Cipro o in altre giurisdizioni insulari note per il segreto finanziario e i vantaggi fiscali, secondo i documenti scoperti dal Consorzio Internazionale di giornalisti investigativi. (The Washington Post)
L’azienda farmaceutica criticata per i prezzi eccessivi e per non volere condividere i brevetti sul vaccino e sulla nuova pillola Paxlovid. (City A.M.)
Gli oppositori bielorussi vengono a dare una mano all’esercito ucraino. Per alcuni di loro è un modo per apporsi a Lukashenko, ormai succube del Cremlino. (Le Monde)
Alcuni di queste banche, che consentono di aprire in pochi minuti conti da remoto, non controllano adeguatamente i dati dei clienti o non dispongono di sistemi di valutazione del rischio di criminalità finanziaria. (Le Monde)
L’ex ambasciatore cinese a Londra Liu Xiaoming ha incontrato il diplomatico coreano Noh Kyu-duk per valutare la “grave” situazione della penisola coreana. L’imminente test di Pyongyang, il settimo dal 2006, potrebbe coinvolgere testate che si ritiene gli daranno un vantaggio nel conflitto che coinvolge le potenze occidentali. (South China Morning Post)
Più di 30 scuole, frequentate da decine di migliaia di studenti rohingya, sono state chiuse in Bangladesh, perché il governo teme che le scuole incoraggino i rifugiati a stabilirsi in modo permanente nel paese. (The New York Times)