Ultim’Ora III/087 – In America Latina, i movimenti di sinistra sono quasi tutti pro Putin.

L’SPD ottiene la maggioranza assoluta dei voti alle elezioni del Saarland.

La CDU, guidata da Tobias Hans, ha perso la maggioranza; FDP, Verdi e  Sinistra non hanno superato la soglia del cinque per cento. (Die Zeit)

Il partito laburista di Malta vince la terza elezione consecutiva.

Robert Adela ottiene il primo mandato come primo ministro in sostituzione di Joseph Muscat, dimessosi a causa dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Il partito laburista avrebbe conquistato il 55,9% dei voti, contro il 41,7% dei voti per il PN. (Times of Malta)

“L’Iran non avrà mai armi nucleari”, promettono gli USA a Israele.

Antony Blnken cerca di rassicurare Israele e gli alleati del Golfo prima di un possibile rinnovo dell’accordo sul nucleare iraniano. (PBS)

Perché l’India è “ondivaga” sull’Ucraina.

New Delhi, per ragioni sia storiche che di opportunità presenti, è più vicina a Mosca che a Washington. E non aspettiamoci che passi presto dalla parte dell’Occidente. (The Hill)

La guerra in Ucraina infligge un “duro colpo ” alla natura, mentre la più grande ong per la difesa della fauna selvatica della Bielorussia è costretta a chiudere.

L’arresto degli ex dipendenti, accusati di “attività estremiste”, alimenta i timori per la sicurezza di tutti gli ambientalisti e il futuro delle aree protette. (The Guardian)

Le donne afgane sfilano per chiedere ai talebani di riaprire le scuole alle ragazze.

La marcia di protesta è stata tollerata, ma alle donne ora è anche vietato salire a bordo degli aerei se non sono accompagnate da un familiare maschio. (The Guardian)

In America Latina, i movimenti di sinistra sono quasi tutti pro Putin.

Molti attivisti e politici latinoamericani incolpano l’Occidente, non la Russia, per la guerra in Ucraina, confermando come l’antiamericanismo sia ancora radicato nel subcontinente. (Le Monde)

In Ucraina, l’economia si è messa al servizio della guerra.

Dall’inizio dell’offensiva militare russa, lo stato ha cercato di pianificare la produzione e riorganizzare la logistica, garantendo la sopravvivenza delle imprese e aiutando finanziariamente le persone. (Le Monde)

L’Iraq costruisce un muro con la Siria per tenere fuori i combattenti del gruppo Stato islamico.

Nella “prima fase”,  il muro, che sarà lungo 11 chilometri e alto 3,5 metri, verrà costruito nella provincia di Ninive, nell’area di Sinjar, al nord-ovest dell’Iraq. (i24News)

Il duro attacco di Biden a Putin: uno scivolone o una minaccia velata?

“Per l’amor di Dio, quest’uomo non può rimanere al potere”, ha detto esattamente Biden. Apparentemente, l’espressione sembrava alludere a un invito a  cacciare il presidente russo per la sua brutale invasione dell’Ucraina. Ma gli assistenti del presidente hanno subito insistito sul fatto che l’osservazione non andava intesa come un appello a un  cambiamento di regime.  (The New York Times)

Biden includerà nella proposta di bilancio un’imposta minima sui miliardari.

La tassa richiederebbe che le famiglie americane con un valore superiore a $ 100 milioni paghino un’aliquota di almeno il 20 percento sul loro reddito e sugli utili derivanti dalla rivalorizzazione delle azioni possedute. (The New York Times)

La guerra della Russia in Ucraina galvanizza tutti gli estremisti a livello globale.

Alcuni cercano esperienze di combattimento che le autorità temono possano incitare alla violenza lontano dalla prima linea di oggi (The Washington Post)

El Salvador: il presidente Bukele  chiede poteri di emergenza per fronteggiare un’ondata di omicidi.

Il Congresso di El Salvador ha sospeso temporaneamente alcune garanzie costituzionali dopo che il paese centroamericano ha registrato un forte aumento degli omicidi attribuiti a bande criminali. Solo sabato sono stati denunciati di 62 assassinii in una nazione di circa 6,5 ​​milioni di abitanti. (Diario El Salvador)

Yemen: gli houti accettano di scambiare 823 prigionieri contro 1400 guerriglieri.

L’accordo, patrocinato dalle Nazioni Unite, riguarda 1.400 prigionieri houthi in cambio di 823 prigionieri, di cui 16 sauditi, tre sudanesi, il fratello del presidente yemenita Abd-Rabbu Mansour Hadi e l’ex ministro della Difesa Mahmoud al-Subaihi.. (Reuters)

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