Ultim’Ora III/047 – L’Ucraina è al centro d’una tempesta d’attacchi informatici.

Parte un nuovo processo a carico di Alexei Navalny. Ora rischia altri 15 anni di carcere.

L’oppositore russo affronta un nuovo processo in una lontana colonia penale con l’accusa di appropriazione indebita. Il pubblico ministero afferma che Navalny, con il pretesto di combattere la corruzione, ha creato gruppi sovversivi, appropriandosi delle donazioni. (TASS)

Un giudice dell’Honduras firma l’ordine di arresto per l’ex presidente Hernández del quale gli Stati uniti chiedono l’estradizione.

Accusato di traffico  di droga e di armi, prima della caduta in disgrazia, Juan Orlando Hernández era considerato uno dei migliori alleati di Washington. (BBC)

Ucraina: gli Stati Uniti non hanno ancora trovato conferme sul ritiro delle truppe russe.

Lo ha affermato Biden poche ore dopo l’annuncio russo che alcune unità che partecipavano a esercitazioni militari vicino ai confini dell’Ucraina avrebbero cominciato a ripiegare verso le loro basi. Il presidente russo Vladimir Putin, intanto, ha affermato che la Russia è pronta per colloqui con gli Stati Uniti e la NATO sulla trasparenza militare, le limitazioni sugli schieramento di missili e altre questioni di sicurezza. (Associated Press)

L’Ucraina nel cuore d’una tempesta d’attacchi informatici, mentre l’Occidente cerca prove sul ritiro delle truppe russe.

Gli utenti di Privatbank hanno avuto problemi con i pagamenti mentre  un attacco a Oshadbank ha rallentato i suoi sistemi e sulla prima pagina del  sito ufficiale del ministero della difesa una schermata pirata affermava che il sito era in manutenzione. (Reuters)

Il garante europeo della protezione dei dati chiede la messa al bando del programma di intercettazione telefonica Pegasus.

Il garante afferma che il software del gruppo NSO è “incompatibile con i nostri valori democratici” e dovrebbe essere bandito in blocco. (The Guardian)

Il naufragio d’un peschereccio galiziano nelle acque dell’isola canadese di Terranova provoca almeno 7 morti e 14 dispersi.

Il settimo corpo senza vita dell’equipaggio del peschereccio Villa de Pitanxo è stato recuperato. (Agenzia EFE)

Il ritiro delle truppe francesi dal Mali si precisa.

L’adattamento della strategia per prevenire la diffusione dell’insurrezione islamista a sud potrebbe rivelarsi molto complesso. (Le Monde)

La Cina rafforza la presa sulla Cambogia.

Città, aree industriali, basi militari: il regno vive una frenesia edilizia grazie alla “nuova via della seta”. (Le Monde)

Mentre Putin gioca a gatto e topo con l’Ucraina, nei cieli di Taiwan si assiste a un  balletto quotidiano di aerei cinesi.

Per la prima volta, il 5 febbraio Pechino non ha inviato verso l’isola bombardieri o aerei spia, ma un semplice piccolo aereo civile che ha messo ugualmente in allerta la sua difesa. (Le Monde)

La giuria respinge la causa per diffamazione di Sarah Palin contro il New York Times.

I legali dell’ex governatrice dell’Alaska non sono riusciti a soddisfare gli elevati standard legali richiesti per dimostrare che il giornale la diffamava. (The New York Times)

Il governo Ortega del Nicaragua mette sotto processo tutta l’opposizione politica.

Sette esponenti dell’opposizione sono stati processati martedì. Tra essi Juan Sebastián Chamorro, rampollo di una delle famiglie politiche più importanti dell’America centrale, e altri due candidati alle elezioni presidenziali dello scorso novembre. In quelle elezioni Ortega ha conquistato il quarto mandato consecutivo, dopo che tutti i suoi veri sfidanti sono stati arrestati o costretti a fuggire all’estero. Ortega e sua moglie, la vicepresidente Rosario Murillo, hanno smantellato la democrazia del Paese a una velocità sorprendente. Dopo aver schiacciato i manifestanti a livello nazionale nel 2018, il loro governo ha arrestato i leader delle proteste, chiuso le testate giornalistiche indipendenti e spogliato del loro status giuridico i gruppi di società civile. L’anno scorso, con le elezioni incombenti, le autorità hanno intensificato la repressione, incarcerando circa quattro dozzine di politici dell’opposizione, giornalisti e dirigenti d’azienda. (The Washington Post)

Per anni, un prete cattolico ha usato una parola sbagliata durante i battesimi. La chiesa ora dice che vanno tutti rifatti.

“Ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, ha ripetuto padre Arango, parroco della diocesi di Phoenix, durante un gran numero di battesimi. Ma il sacerdote ha usato una parola che alla fine ne ha compromesso la validità: invece di dire “ti battezzo”, ha usato la parola “noi ti battezziamo”. (The Washington Post)

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