Ultim’Ora – VI – 105 –  Come evadevano le tasse nell’antica Roma? Ce lo spiega un papiro di 1900 anni fa.

Ecuador: rieletto il presidente che ha dichiarato guerra al narcotraffico.

Daniel Noboa Azín rieletto presidente con il 56% dei voti, mentre la sua avversaria, Luisa González, si è fermata intorno al 44,05%. L’opposizione contesta i risultati. [El Universo, Ecuador]

Argentina: 43 donne raccontano al Congresso come l’Opus Dei le ha ridotte in schiavitù e private della libertà quando erano minorenni.

Controllo, manipolazione, privazione della libertà e sfruttamento: queste e altre aberrazioni sono state rivelate dalle donne vittime di tratta dell’Opus Dei, tra il 1974 e il 2015. [HOY]

Iran: Roma potrebbe ospitare il prossimo incontro per i colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti.

Intanto il ministro degli esteri Abbas Araghchi visiterà Mosca mentre gli alleati degli Stati Uniti cercano di evitare di essere messi da parte da Trump. [Al Jazeera]

Corea del Sud: l’ormai ex presidente Yoon, indignato, nega le accuse di insurrezione.

Nel primo giorno del processo penale, Yoon ha insistito sul fatto che la sua dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre dello scorso anno voleva essere un “messaggio pacifico al pubblico”, aggiungendo di non aver “mai immaginato di usare l’esercito per un regime militare o un colpo di stato”. [JoongAng]

Corea del Nord: immagini satellitari mostrano la costruzione in corso di una fregata lanciamissili lunga 140 metri.

La nuova fregata lanciamissili è in costruzione presso il cantiere navale di Nampo, sulla costa occidentale del Paese. Una fregata lanciamissili, comunemente nota come FFG, è armata con missili teleguidati, in grado di svolgere missioni multiruolo come la guerra antiaerea, antinave e antisommergibile. [Chosun Ilbo]

Il Myanmar centrale e la Thailandia scossi da un nuovo terremoto di assestamento di magnitudo 5.5.

La scossa ha colpito soprattutto Meiktila, una piccola città nel Myanmar centrale, mentre il Myanmar è impegnato nelle operazioni di soccorso a seguito di una violenta scossa di magnitudo 7.7 che ha colpito anche la regione centrale del paese il 28 marzo. L’epicentro dell’ultimo sisma si trovava all’incirca nel corridoio tra Mandalay, seconda città più grande del Myanmar, e Naypyitaw, la capitale, dove diversi uffici governativi sono stati danneggiati. [The Nation, Thailandia]

L’Algeria ordina l’espulsione di 12 funzionari dell’ambasciata francese, riaccendendo le tensioni tra i due paesi.

Algeri ha ordinato a 12 funzionari dell’ambasciata francese di lasciare il paese entro 48 ore, apparentemente in risposta all’arresto di tre algerini in Francia sospettati di essere coinvolti nel rapimento dell’influencer in esilio e oppositore del governo algerino Amir Boukhours, noto anche come “Amir DZ”. [France 24]

Siria: vittime delle atrocità, gli alawiti continuano a fuggire in Libano.

Secondo le Nazioni Unite, dopo i massacri degli alawiti consumati a marzo nelle regioni di Latakia e Tartus, circa 30.000 siriani si sono rifugiati in Libano. [Le Monde]

Repubblica Democratica del Congo: l’ex presidente Joseph Kabila rompe il silenzio e si prepara a tornare.

In esilio da un anno, l’ex capo di stato ha rilasciato numerose dichiarazioni per denunciare il “regime tirannico” del suo successore, Félix Tshisekedi, incapace di contenere la crisi di sicurezza nell’est del paese. [Le Monde]

L’Ungheria adotta un emendamento costituzionale che limita ulteriormente le libertà delle persone LGBT+.

Diverse decine di manifestanti hanno bloccato l’ingresso del parlamento prima del voto, ma sono stati rapidamente allontanati dalla polizia, mobilitata in massa. [Le Monde]

Il Presidente Trump attacca di nuovo la trasmissione “60 Minutes” e minaccia la revoca delle le licenze dell’emittente televisiva CBS.

Trump ha attaccato il programma dopo aver letto due articoli critici sulla sua gestione della guerra tra Russia e Ucraina e sulla sua proposta di annettere la Groenlandia. Trump ha già intentato una causa alla CBS per 20 miliardi di dollari, sostenendo che un’intervista di “60 Minutes” con l’allora vicepresidente Harris, andata in onda a ottobre, costituisse un’interferenza elettorale. La redazione di “60 Minutes” sarebbe stata colpevole di avere ritoccato una risposta confusa di Harris a una domanda sulla gestione della guerra tra Israele e Hamas da parte dell’amministrazione Biden. [Los Angeles Times]

Guerra di Gaza: i colloqui al Cairo abortiscono, nonostante le richieste di Hamas di porre fine alla guerra.

Hamas ha mostrato una certa flessibilità nel rilasciare altri ostaggi, secondo alcune fonti, ma ha chiesto più tempo per rispondere; gli Stati Uniti premono per un rilascio più ampio, mentre il gruppo terroristico afferma che il problema non risiede nei numeri, ma nella fine delle ostilità. [Y Net]

Uccisi, smembrati e dispersi: padre e figlio honduregni si erano schierati contro il disboscamento illegale.

In Honduras, il paese più a rischio per gli attivisti ambientali, i brutali omicidi di Juan Bautista Silva e Juan Antonio Hernández sono solo gli ultimi di una lunga serie di atti di violenza contro i difensori dei diritti umani. [The Guardian]

La Germania potrebbe inviare missili Taurus all’Ucraina, afferma Friedrich Merz.

Il cancelliere incaricato, denunciando l’ultimo attacco russo, sostiene che Kiev abbia bisogno di aiuto per “andare avanti” nel conflitto. Alla domanda se avrebbe dato seguito alla richiesta di Kiev di fornire all’Ucraina i missili Taurus, ha risposto che sarebbe disposto a farlo coordinandosi con gli alleati europei. [Financial Times]

Pennsylvania: l’incendio doloso appiccato alla casa del governatore Josh Shapiro alimenta un’ondata di richieste perché si ponga fine alla violenza politica.

La casa del governatore democratico è stata messa dolosamente a fuoco; il sospettato, un certo Cody Balmer, deve rispondere di molteplici accuse, tra cui il tentato omicidio. [The Times-Tribune]

Commerciante indiano di diamanti, sospettato di frode bancaria, arrestato in Belgio.

Mehul Choksi e suo nipote Nirav Modi, fuggiti dall’India nel 2018, avrebbero frodato alla Punjab National Bank (PNB), secondo istituto di credito statale indiano, circa 1,8 miliardi di dollari. [Le Figaro]

L’India si commuove per la moglie del vice primo ministro dell’Andhra Pradesh, Pawan Kalyan, che si è fatta rasare i capelli per salvare suo figlio.

Anna Konidela aveva promesso a Venkateshwara, una delle incarnazioni di Visnù, di offrirgli i suoi capelli se la divinità avesse salvato suo figlio, Mark Shankar, fortemente ustionato, l’8 aprile, nell’incendio di una scuola a Singapore, dove frequentava un campo estivo. Domenica, nel tempio di Tirumala dove Venkateshwara si sarebbe manifestato, Anna Konidela, una cristiana ortodossa russa, ha adempiuto il suo voto dopo di avere dichiarato ufficialmente la sua fede nel visnuismo. [The Hindu]

Il Sudafrica riapre l’inchiesta sulla morte del premio Nobel Luthuli, avvenuta durante l’apartheid, 58 anni fa.

Luthuli, nel 1967, era alla guida dell’African National Congress. L’Autorità Nazionale per le Prosecuzioni (National Prosecuting Authority) dell’attuale governo ha riaperto diversi processi risalenti al periodo dell’apartheid. Anche la morte dell’attivista e avvocato anti-apartheid Griffiths Mxenge, ucciso vicino a Durban nel 1981, con 45 coltellate e la gola tagliata, è in fase di rivalutazione. Un altro caso riguarda la morte dei cosiddetti Cradock Four, attivisti uccisi dalle forze di sicurezza dell’apartheid nel 1985. [Associated Press]

Il Bangladesh emette un mandato d’arresto per un’ex parlamentare britannica legata all’ex premier Hasina.

Un giudice del Bangladesh ha emesso un mandato d’arresto a carico di Tulip Siddiq, nipote per parte di madre, dell’ex prima ministra bengalese Sheikh Hasina deposta da una rivolta popolare ad agosto. [Associated Press]

L’Arabia Saudita salderà i debiti della Siria con la Banca Mondiale.

Questa iniziativa, se confermata, rappresenterebbe il primo finanziamento noto dell’Arabia Saudita alla Siria da quando i ribelli islamisti hanno rovesciato l’ex leader Bashar al-Assad lo scorso anno. [Reuters]

Come evadevano le tasse nell’antica Roma? Ce lo spiega un papiro di 1900 anni fa.

L’evasione fiscale nell’antica Roma era considerata un reato grave, condannato con pene che andavano dalle pesanti multe, all’esilio permanente, ai lavori forzati nelle miniere di sale e, nel peggiore dei casi, alla damnatio ad bestias, ossia un’esecuzione pubblica in cui i condannati venivano divorati da animali selvatici. Un manoscritto scoperto nel deserto della Giudea contiene appunti processuali su un intricato sistema di evasione fiscale che prevedeva la falsificazione di documenti e atti di vendita fittizi, al fine di evadere i dazi sul commercio degli schiavi nelle remote province romane di Giudea e Arabia, corrispondenti all’incirca agli odierni Israele e Giordania. Gli evasori fiscali protagonisti del processo erano due uomini: uno, di nome Gadalia, era il figlio povero di un notaio con legami con l’élite amministrativa locale. Oltre alle condanne per estorsione e contraffazione, la sua fedina penale comprendeva banditismo, sedizione e, in quattro occasioni, la mancata comparizione davanti la corte del governatore romano. Il complice di Gadalias era un certo Saulos, presunto ideatore del colpo. [The New York Times]

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